E' consigliato parlare con gli sconosciuti ...

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venerdì 29 settembre 2017

Abbattere le torri luciferine



Godspeed You! Black Emperor
Luciferian Towers
(Constellation)


Ecco un altro valido gruppo che mi piacerebbe vedere dal vivo before it's too late, nel loro caso non per motivi geriatrici. 
Ad un primo ascolto parrebbero, rispetto ai due dischi precedenti, più vicini alle loro origini in quanto ad ariosità di strutture e ad intuizioni melodiche, sempre molto epiche e suggestive.



Assistere a concerti di gruppi del genere deve essere una sorta di rito collettivo, un'esperienza catartica.
Mi è accaduto qualcosa di simile lo scorso anno con i Fire! Orchestra di Mats Gustafsson, che fecero tremare pareti e pavimento del Broletto di Novara.

Consiglio questa bella recensione di OndaRock, dove viene spiegato il senso di quello che si rivela essere una sorta di concept sulle possibilità (ri)generative del nostro Mondo e delle nostre società. 
Abbatterei volentieri con loro le torri luciferine.



mercoledì 20 settembre 2017

Cadere in tentazione ...



Msafiri Zawose
Uhamiaji
(Soundway, 2017)


E basta. Mi sono quasi stufata di trovare o creare appositamente la frasetta ad effetto con similitudini, immagini, accostamenti che suscitano curiosità e straniamento. 

Che noia.
La musica non si spiega, si vive. Si ascolta. La si fa.
You can't dance about architecture.

No mi spiace, non resisto.

Questo ragazzo della Tanzania, Msafiri Zawose, che ha giusto la mia età (anzi, è di nove mesi più giovane), ha creato una musica così fresca, divertente e originale che mi rende davvero faticoso non cadere in tentazione.

Ecco, la sparo: sembra afrobeat in salsa Congotronics ma con una misteriosa aura psichedelica (e cammei al sax in stile Shabaka Hutchings).

Ok, potete ridere.

 Il tutto è così sfuggente, difficilmente collocabile. La malìa esotica di Malugaro, con i suoi sette fluidi minuti, catapulta su una spiaggia del Pacifico (anzi, dell'Oceano Indiano, per la precisione). Tamaduni ha invece un andamento più techno, ma ecco che spuntano dei sax, un organo, e poi effetti elettronici assortiti.

Insomma, mi fermo. Chiudo la bocca e vi consiglio semplicemente di
lasciarvi ammaliare da questi suoni.

La Soundway ha dei passaggi a vuoto, ma quando ci prende, centra l'obiettivo magnificamente.